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Quando per molto meno Salvini sbranava La Morgese



Mentre a Palazzo Chigi si è insediato il governo reazionario gli sbarchi sono aumentati. Ossia quegli stessi sbarchi sui quali l’strema destra ci ha giocato la campagna elettorale promettendo impossibili e illegali blocchi navali, la chiusura dei porti e l’incapacità altrui di fermare le partenze.

Ora che gli sbarchi sono aumentati di sei volta la destra post-fascista e quella post-putiniana al potere hanno dato fondo agli alibi, dando sempre la colpa a qualcun altro. Prima all’Europa che non interviene, poi a Frontex che non avvisa, poi al Gruppo Wagner e adesso alla crisi tunisina.

Peccato – per fermarci alla crisi tunisina – che questo è un problema che viene da lontano e che si period manifestato in maniera evidente già ai tempo del Conte 2 che del governo Draghi. Ma allora lo sport dell’estrema destra period quello di attacco di Luciana Lamorgese.

All’epoca sia Lamorgese che Di Maio erano andati in Tunisia (ben due volte) a offrire assistenza e soldi per un maggior controllo delle corte. Ma il vento non si può fermare con le mani.

Lamorgese disse: “In Tunisia assistiamo a una crisi economica molto grave, senza precedenti. Una crisi che riguarda da vicino anche l’Italia perché ha effetti di caduta immediata con flussi eccezionali di sbarchi di migranti. La situazione va tenuta costantemente sotto controllo”.

La risposta di Salvini e il coro degli estremisti di destra fu sprezzante: “Il Viminale si accorge solo ora di dover fermare i flussi dalla Tunisia, con centinaia di immigrati in fuga dai centri di accoglienza e silenzio totale sulla redistribuzione degli immigrati all’estero. Mentre i clandestini arrivano a frotte, anche con barboncini evidentemente scampati ai lager libici, giovedì il Senato deciderà se devo essere processato per aver difeso i confini. Orgoglioso di aver protetto l’Italia e gli italiani: la rifarei e lo rifarò”.

Aggiunse Salvini: “Abbiamo un governo di incompetenti e di complici degli sbarchi. Non serve mandare altri militari ma chiudi i porti che vanno sigillati. Io l’ho fatto e vado a processo per quello, invece dovrei andarci chi aiuta i trafficanti”.

E in altra occasione per sottolineare l’inadeguatezza del governo: “Occorre intervenire. Anche perché ogni sbarco porta circa 5 mila dollari nelle tasche degli scafisti che così comprano armi e droga, quindi noi stiamo confrontando finanziando il traffico internazionale di armi e droga perché questi non sono naufraghi, sono viaggi scientificamente organizzati soprattutto dalla Tunisia”.

Ora a parti inverse mente la premier Meloni usa le stesse parole di Lamorgese il vicepremer tace. Per coerenza dovrebbe chiedere le dimissioni e governo, cominciando proprio da lui.