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La vittoria di Navalny che fa imbufalire Putin



La vittoria agli Oscar del documentario su Navalny il suo maggiore oppositore attualmente in cella di isolamento non deve aver fatto piacere a Putin e al Cremlino. La moglie del dissidente invoca una Russia libera dal palco del Dolby Theatre.

Non è certo la priorità di questi giorni, al Cremlino, ma non può che aver irritato il sempre più suscettibile Vladimir Putin la vittoria agli Oscar 2023 di Navalny, documentario che mette in luce il suo principale oppositore e soprattutto mette in ridicolo, sempre nella tragicità dei fatti, il suo regime. Come se non bastasse averlo sbatutto in carcere da un paio d’anni, senza formalità democratiche, da quando è tornato per sua volontà in Russia dopo aver reso pubbliche le show del suo avvelenamento quasi mortale ordinato direttamente dai vertici del governo russo.

Putin avrà altrettanto poco apprezzato le parole del regista, Daniel Roher, che nel corso della cerimonia di consegna degli Oscar,  ha dedicato la vittoria “ai prigionieri politici in tutto il mondo”, ricordando anche che “c’è una persona che non può essere qui con noi stanotte… Alexei Navalny, chief dell’opposizione russa, che resta confinato in isolamento per quella che definisce l’ingiusta guerra di aggressione di Vladimir Putin in Ucraina. Ma Alexei, il mondo non ha dimenticato il tuo messaggio vitale per tutti noi. Noi possiamo, non dobbiamo aver paura di opporci ai dittatori e all’autoritarismo, ovunque si manifesti”

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Period presente anche la moglie, Yulia, con i figli Dasha e Zahar, tutti presenti anche nel documentario. La donna ha raggiunto commossa il regista sul palco e mandato un appello al mondo. “Mio marito si trova in prigione per aver detto la verità, mio marito è in prigione per aver difeso la democrazia. Alexei, sto sognando il giorno in cui sarai libero e il nostro paese sarà libero. Tieni duro, amore mio“.

In un’intervista rilasciata prima della cerimonia al Los Angeles Occasions, Rohler da detto di essere “qui perché Alexei Navalny sta marcendo in un gulag a sei ore e mezza da Mosca e voglio ricordare al mondo che si trova lì, che un futuro migliore per la Russia è possibile e, come lui cube ai suoi supporter, bisogna avere speranza”.






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