La nuova normativa
relativa al Documento Unico aumenta i tempi delle procedure per le nuove
pratiche auto, in totale contrasto con la riforma Madia che annunciava la
semplificazione e la velocizzazione della burocrazia, proprio in un periodo in
cui il coronavirus impone di evitare file di attesa e assembramenti: proteste
in tutta Italia da parte dei consulenti del settore.
Sono tante infatti le difficoltà nell'Italia che cerca di ripartire ai tempi del coronavirus, e per questo si corre verso il tentativo di snellimento e
velocizzazione della burocrazia nei vari ambiti in modo da non ostacolare
ulteriormente la ripresa. Nei fatti, però, non è sempre così. La denuncia
arriva anche dal settore automobilistico: l’imminente entrata in vigore del
Documento Unico - così come da Decreto Legislativo n. 98 del 29 maggio 2017
prorogato al 1° gennaio 2019 dalla legge 205 del 2017 e già più volte rinviato
- vedrà ora costrette le agenzie di pratiche auto ad adottare lunghe procedure
per l’emissione del documento anche in piena emergenza coronavirus. Infatti
secondo la nuova normativa saranno necessarie molteplici operazioni che
aumenteranno i tempi di lavorazione di ogni singola pratica di circa 30/40
minuti e di conseguenza il rischio di file di attesa e assembramenti.
Sono innumerevoli le proteste che provengono dagli operatori del
settore di tutto il territorio nazionale. “Tale circostanza è di base
discutibile, ma in questo particolare momento risulta inaccettabile”,
commentano nel gruppo Fb Consulenti per i mezzi di trasporto, dove ci sono
oltre 750 agenzie italiane. E qualcuno spiega: “Con la nuova procedura si
creerebbero assembramenti negli uffici e la materiale impossibilità di
soddisfare le richieste dei clienti. Se le agenzie decidessero di non accettare
tali richieste viste le palesi difficoltà, i cittadini dovrebbero
necessariamente rivolgersi agli uffici pubblici sul territorio (che sono uno
per provincia), che paradossalmente in questo momento sono chiusi o nei
migliori casi limitano fortemente l’accesso, creando di fatto un blocco
completo di tutte le pratiche amministrative legate alla compravendita dei
veicoli che timidamente prova a ripartire”. Sembra quindi chiaro si tratti
dell’ennesimo paradosso della burocrazia italiana questa volta a danno della
ripresa economica dell’intero settore automobilistico.
Altro danno di questa procedura è relativo al fatto che tra le altre cose aumenterebbero
indirettamente i costi a carico degli operatori professionali e in via
consequenziale degli utenti finali.
LA questione è già sul tavolo di discussione in
Calabria, dove sono partite le prime istanze a opera dei consiglieri regionali Francesco
Pitaro e Luca Morrone dirette al Ministero dei Trasporti e all’Assessorato ai Trasporti. Sottolineando anche i grandi numeri della petizione su change.org i due consiglieri hanno chiesto
di sospendere le procedure informatiche di cui al d.lgs. N. 98/2017, o in
subordine di mantenere per ogni agenzia il tetto del 30% di pratiche auto da
svolgere con la detta procedura informatica, in attesa che la stessa sia snellita
e velocizzata e che le agenzie ne assimilino i meccanismi. “Bisogna prendere
atto delle numerose difficoltà segnalate in modo da avviare un’immediata
interlocuzione con il Ministero dei Trasporti, al fine di portare
all’attenzione di quest’ultimo il contenuto dell’istanza e venire incontro alle
esigenze delle agenzie di pratiche auto”, hanno dichiarato.
L’obiettivo comune da raggiungere è che la pubblica amministrazione
introduca sistemi diretti a semplificare e snellire le procedure su tutto
il territorio nazionale, piuttosto che amplificare i costi e i tempi di
svolgimento delle pratiche dovute per legge. Tra l’altro la nuova procedura ha
aumentato le responsabilità a carico delle agenzie a cui è stata trasferita
l’incombenza della custodia dei documenti senza diche le dette agenzie
percepiscano emolumenti.
Dunque secondo la maggior parte degli
studi di consulenza automobilistica nazionali si tratta di un grave
peggioramento delle condizioni lavorative del settore e di conseguenza danni
anche per gli utenti, in assoluto contrasto con la riforma Madia del 2017 che prevedeva l'eliminazione
del Pra in quanto ritenuto un ente superfluo. Giudizio tra l’altro
successivamente avallato sia dal Tar del Lazio che dal parere del Consiglio di
Stato.