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La negoziante che minaccia. In Calabria denunciata organizzazione irregolare.



Tre persone in Calabria, nella provincia di Cosenza, finiranno nel mirino delle autorità a quanto pare. Diffusa oggi la notizia di querele depositate con la finalità di appurare fatti gravissimi anche a discapito di minorenni. Tutto nasce dalla gestione di eventi sfociata nell'invidia di qualche commerciante che in maniera poco zelante ha iniziato a minacciare ragazze e non solo.
Veniamo ai fatti. Come in tutta Italia, anche in Calabria, si organizzano eventi di ottima levatura, con la collaborazione di enti, istituzioni e personalità di spicco. Una seria associazione già nota per le importanti iniziative pianificate nella stupenda Calabria, da qualche anno si adopera anche nella gestione di beauty contest per un celebre brand del settore, capitanato da importante talent scout internazionale. A seguito di alcune selezioni svoltesi nel territorio Calabrese, una sponsor titolare di un negozio di abbigliamento a seguiti della propria presenza in qualità di sponsor ha poi avviato un contest alternativo mettendo in pratica una serie di operazioni sfociate in concorrenza sleale, perpetrando a quanto risulta atteggiamenti ostili, persecutori, diffamanti e minacciosi nei confronti di svariati soggetti, tanto da arrivare ad inviare messaggi scritti e quindi riportabili in giudizio con affermazioni lesive nei confronti di soggetti terzi "la pagheranno a caro prezzo".
A seguito di indagini si è appurato che questo operato, è stato avviato da personaggio di Cosenza, titolare di un negozio di abbigliamento, che dopo aver preso parte in qualità di sponsor ad un contest, ha poi avviato una collaborazione in veste di talent scout territoriale di un altro concorso di bellezza. Da qui è evidente il dolo e quindi la volontà di creare operati a discapito di terzi con quelli che appaiono una serie di reati importanti.  Tutta la documentazione, depositata con regolare denuncia querela, riporta audio, video, screenshot e testimonianze. Ad oggi tutto e al vaglio degli inquirenti in Calabria, inclusa documentazione che attesta come l'operato illegittimo e a quanto sembra penalmente perseguibile, pecca anche di autorizzazioni nello svolgimento dell'attività di organizzazione eventi. Risulta infatti che la partita iva utilizzata sia quella di un negozio di abbigliamento e che ci sia una gestione approssimativa a livello fiscale, dell'operatività svolta. Le novità, a processo!