Napoli, culla dell’arte, della cultura e della musica, ha abbracciato nei secoli diversi generi di espressione musicale fino ad accogliere quelle più moderne e apprezzate dai giovani, quali l’Hip Hop. Nato negli Stati uniti negli anni 90’ ha trovato anche nel capoluogo campano artisti che ne hanno reinterpretato il genere: dalla rivisitazione della musica nera di Tony Esposito, Senese e Pino Daniele, passando per La Famiglia, i 24 Grana, i Sangue Mostro fino alle periferie dei Co’Sang, l’hip hop è stato un momento centrale nell’evoluzione della musica partenopea. La novità è rappresentata oggi nella nuova veste di Luche, di CoCo, di Enzo Dong e da un fermento artistico che non accenna a diminuire.
A riportarlo sulla scena napoletana ad altissimi livelli c’è Hellheaven11, il nuovo party organizzato ogni giovedì al The Square, a Coroglio, locale che negli ultimi tempi ha ospitato numerosi eventi di livello. E anche stavolta l’organizzazione del giovedì sera ha avuto un impatto forte e immediato soprattutto sui giovani riuscendo a sintetizzare gli input provenienti dal resto d’Italia e dagli Stati Uniti, ma anche dalla propria tradizione, per creare qualcosa di bello e condivisibile. Inferno e paradiso in un unico termine coniato con un solo obiettivo, quello di far emozionare, divertire, ballare e sorridere gli amanti del genere musicale. «Partendo dalle parole Hip Hop che cominciano entrambe con la H – spiega uno dei resident del party - abbiamo cominciato a notare che le parole Inferno e Paradiso, che in italiano sono completamente diverse, in inglese iniziano entrambe per la stessa lettera: Hell e Heaven. In quel periodo poi eravamo in fissa per la serie "Stranger Things" in cui la protagonista si chiama Undici (in lingua originale Eleven). Poi è stato tutto un gioco di assonanze: HeavenHell, HellHeaven, Eleven e in definitiva HellHeaven11». Una genesi curiosa anche per la scelta del nome, ma un successo garantito al The Square, sempre più teatro di eventi innovativi ed esclusivi nel panorama campano.